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la scultura

Il termine scolpire deriva etimologicamente dal latino sculpere ossia intagliare o togliere delle parti da una pietra,con chiaro riferimento all’importanza nella civiltà romana della lavorazione di questo materiale. Questa definizione di base è evidentemente limitativa, infatti la scultura non si limita alla lavorazione della pietra come diceva Fèlibien nel 1676 nel suo trattato sull’architettura quando definisce quest’arte “un’arte con la quale, lavorando cera, argilla, legno, pietra e metalli, togliendo ed aggiustando la materia, otteniamo ogni sorta di forma”. Nel XIX secolo viene stabilita una distinzione fra lo scultore, che si dedica all’intaglio della pietra, del legno o di qualsiasi altro materiale solido, e lo statuario che tratta la lavorazione delle terre, dei gessi e dei metalli fusi. Si può affermare che si fa scultura ogni volta che un uomo lavora un materiale secondo le tre dimensioni dello spazio, al fine di dargli un senso e un significato spirituale. La scultura si divide in due grandi categorie il rilievo e il tutto tondo.

I rilievi sono sculture che si iscrivono in un piano dotate di una profondità variabile. Costituiscono una sorta di intermezzo fra pittura e scultura a tondo, rappresentando scene che in effetti possono essere osservate come quadri. Possiamo distinguere: l’intaglio un rilievo dove il soggetto è inciso nello spessore della superficie piana; tecnica utilizzata primariamente dagli egiziani. Le parti più alte delle figure affiorano alla superficie mentre i loro contorni sono profondamente intagliati. I rilievi propriamente detti sono qualificabili diversamente a seconda della proiezione delle figure al di sopra del piano. Ne abbiamo vari : il rilievo schiacciato in cui il rilievo è molto leggero, debole, i contorni delle figure sono finemente incisi (es. rilievi assiri) il bassorilievo esiste quando l’oggetto che sporge dalla figura del piano è inferiore alla metà del suo volume. Il mezzorlievo esiste quando l’oggetto della figura fuori dal piano è uguale o leggermente superiore alla metà del suo volume. L’altorilievo esiste quando le forme sono quasi complete per quanto riguarda il loro volume, ma rimangono pure sempre attaccate al fondo.

Il tuttotondo esiste quando abbiamo sculture autonome, non integrate ad un fondo e concepite in modo da poter essere osservate da tutti i lati.
Esistono tre modalità operative per la creazione un opera tridimensionale: la modellazione l’intaglio e l’assemblaggio.

La modellazione è il metodo più naturale e consiste nell’aggiustare una materia intorno ad uno o più centri che diventeranno l’anima della scultura. Questa tecnica viene applicata a materie dette plastiche, cioè deformabili se sottoposte ad un minimo sforzo come l’argilla, la cera, la plastilina ed il gesso. L’elasticità del materiale permette di registrare le impressioni con un’ampia  libertà.
L’intaglio viene usato con materiali duri e resistenti, la tecnica è lunga e impegnativa perché la forma viene elaborata a partire dall’esterno; lo scultore libera a poco a poco il nucleo dalla materia eccedente. Le forme che l’opera può assumere proprio per la resistenza del materiale devono essere semplici e sintetiche spesso usato per opere massicce ed imponenti.

L’assemblaggio è un metodo che viene sfruttato dalla scultura contemporanea, anche se la sua origine appartiene ai popoli primitivi. Consiste nell’assemblare in diversi modi materiali differenti. Le forme ottenute in questo modo sono generalmente aperte aeree o modulari; la crescita dell’opera è organi casi estende nello spazio in tutte le direzioni. Questa tecnica offre molto alla fantasia, la difficoltà sta nell’assemblare elementi eterogenei. Si tratta di una forma di scultura derivata dal collage dei cubisti e surrealisti all’inizio del secolo. Consiste essenzialmente nella raccolta di materiale di uso comune per unirli attraverso mezzi mutando così la loro funzione originaria acquistando dimensioni e significati nuovi.